La nota con la quale FdI-An Terracina ha voluto porre all’attenzione dell’Amministrazione un bene culturale di straordinario pregio da riportare in città mi fornisce l’occasione per puntualizzare i contorni di questa e di altre vicende legate al patrimonio archeologico locale.
”L’invito di FDI-AN Terracina affinché ci si adoperi per riportare nella nostra città la famosa “Cassa di Terracina”, manufatto di grande valore storico ed artistico, attualmente esposto al Museo Nazionale di Palazzo Venezia, è la testimonianza di un rinnovato e diffuso interesse per il nostro patrimonio archeologico-culturale, effetto anche dell’entusiasmo che stiamo vivendo in questi mesi per i doni che il sottosuolo e la superficie di Terracina ci stanno regalando: gli scavi della Valle dei Santi e di Via Roma, il miliario di Porta di Mesa, il Teatro Romano e le diverse manifestazioni che valorizzano i nostri beni archeologici stanno innescando un circuito virtuoso che non è passato inosservato anche alle istituzioni regionali e nazionali preposte. Tutto questo è motivo di grande soddisfazione per me e per tutta la struttura dell’assessorato e del dipartimento che asseconda al meglio il nostro lavoro. Effettivamente il recupero definitivo o temporaneo di beni archeologici ed opere artistiche terracinesi attualmente custodite in strutture extra comunali è inserito nel programma di governo,(l'obiettivo 2 azione 5 recita :
Recupero definitivo o temporaneo di beni archeologici ed opere artistiche terracinesi attualmente custodite in strutture extra comunali.) costituendone un elemento qualificante. Si tratta di un obiettivo al quale mi sto dedicando con passione e che, spero, conduca presto a raccogliere i primi frutti. Nel caso specifico della Cassa ci riferiamo ad un’opera il cui pregio rende meno semplice il rientro in città. L’importante istituzione che la detiene attualmente trae, ovviamente, un notevole prestigio dalla sua custodia ed esposizione. A conforto di quanto affermo basta consultare il sito ufficiale del Museo Nazionale di Palazzo Venezia e verificare che essa è inclusa nella categoria “capolavori”. Questo particolare e l’autorevolezza del Museo Nazionale di Palazzo Venezia impongono iniziative improntate alla diplomazia e alla cortesia istituzionale, strada maestra per giungere ad una collaborazione che consenta, in futuro, di disporre dell’opera, anche temporaneamente, nelle condizioni più idonee, sia per la tutela dell’opera stessa sia per la godibilità da parte dei cittadini”. Oltretutto, per ottenere certi risultati, si ha necessità di fondi che, al momento, non sono stati messi a disposizione della cultura. Dunque preciso che, io, con l'aiuto della mia lista di appartenenza "progetto arnia", continuerò ad impegnarmi, e l'aiuto di tutti (e preciso di tutta la maggioranza) sarà prezioso, ma se insieme non reperiremo i mezzi necessari, il lavoro non potrà procedere spedita mente. Esistono comunque altre situazioni, forse più a portata di mano, nelle quali l’apprezzabile disponibilità di FDI-AN Terracina potrebbe risultare particolarmente efficace. Mi riferisco alla fruibilità del Castello Frangipane, un bene importantissimo per la cui riapertura mancano solo poche migliaia di euro per certificarne l’agibilità. Si tratta di risorse relativamente esigue per il cui reperimento, lo so bene, l’assessorato ai Lavori Pubblici incontra grandi difficoltà. Come già fatto in passato, ribadisco la più completa disponibilità mia e della mia lista di appartenenza ad adoperarci su come trovare i fondi per giungere alla soluzione del problema. Resto convinta che solo ragionando in termini di coalizione la nostra azione potrà essere credibile, efficace e realmente utile a Terracina”.

